C'era una volta una bambina che amava ricamare...
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Ricordo l'estate in cui mia madre mi iniziò al ricamo. Era l'estate di passaggio dalla scuola materna alla scuola elementare. Ricordo bene anche il desiderio di ricamare un retro ordinato e "pulito" e lo sconforto ogni volta che giravo il mio tessuto. Scoraggiamento, presto superato dalla gioia del ricamo terminato.
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Era estate, faceva caldo e così passavano i miei pomeriggi, le mie controre, tra disegni, prime letture, esercizi di scrittura e ricamo.
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Poi la scuola, gli studi, la formazione mi hanno impegnata, distolta e sottratta alla mia pratica, fin quando la ricerca artistica mi ha ricondotta sui miei passi, riportandomi a casa.
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E così l'attenzione che nei primi anni di ricerca avevo posto nell'indagine attorno al punto, nella sua espressione estetica e metaforica, si trasla, si innalza riconoscendo il punto nell'atto. L'atto del pungere una superficie, un tessuto. Pratica che è ormai traduzione estetico formale del mio pensiero.
Pratica alla quale dedicare il mio tempo, i miei giorni, giorno dopo giorno, come lo sgranarsi di preghiere. Esercizio quotidiano di presenza.
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Durante gli anni poi ho cominciato a sentire la necessità di divulgare quest'antica arte, sia nelle sue espressioni tradizionali, che come medium di espressione contemporanea e libera.
Così è nata l'idea di tenere dei corsi, organizzare laboratori e lezioni private.
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Tra queste pagine, al ricamo, ho desiderato affiancare anche i miei testi e le mie illustrazioni, parte del mio mondo interiore, istantanee di vita domestica, impressioni di vita quotidiana.
Intima espressione del mio cuore.
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